domenica 8 dicembre 2024

8/12/24 IMMACOLATA CONCEZIONE

La Chiesa celebra l’ingresso nell’esistenza terrena di Maria, cioè la sua nascita, con la festa di oggi, dell’Immacolata, e quella del suo ingresso definitivo nella dimensione divina, cioè della sua morte, con la festa dell’Assunta. Perché la nascita e la morte di Maria ci interessano? Perché riguardano anche noi. 

Siccome Maria è, prima di tutto, nostra sorella, cioè una creatura come noi, Maria è come uno specchio davanti al quale ci mettiamo per cercare di vedere come dovremmo essere anche noi, per vedere come Dio ci ha pensati, perché in Maria si è realizzato il sogno che Dio ha per ciascuno di noi. Questo sogno di Dio è bene espresso da san Paolo nelle parole della lettera agli Efesini che abbiamo ascoltato pochi minuti fa, laddove Paolo dice che il Padre, con un atto di amore, prima della creazione del mondo, ha voluto che noi diventassimo suoi figli a immagine di Gesù, cioè santi e immacolati. Fermiamoci su questo termine. Maria concepita immacolata significa che è nata senza peccato originale, noi, invece, si. Ma cos’è questo peccato originale? Il peccato originale è uno dei dogmi fondamentali della fede cattolica, e anche uno dei più difficili da capire. Provo a spiegarlo con una metafora. Perché viene fabbricata una lampadina? Ovvio, per fare luce! Però, senza la corrente, una lampadina non avrebbe senso di esistere. Questo perché le lampadine sono pensate, fin dall'inizio, in relazione alla corrente elettrica. Potremmo dire che le lampadine sono pensate come amiche inseparabili dell'energia elettrica. Allo stesso modo, ecco l'analogia, l'uomo è fatto per essere amico di Dio. Dio, che sa fare le cose bene, ha pensato e creato l'uomo, non come una lampadina spenta, ma come una lampadina accesa, collegata a quella fonte di vita di energia che è Dio stesso. All’origine della nostra esistenza c’è, dunque, un disegno buono. Nascere col peccato originale significa riconoscere che, senza Cristo, senza questo collegamento, la nostra vita è fallita, è come una lampadina spenta. Credere che Maria sia nata senza questo peccato serve per farci vedere le grandi cose che Dio può fare nella vita di ogni creatura che, come lei, non stacca la spina dalla presa di corrente. La spina è Cristo, la corrente è lo Spirito santo. Maria è il segno tangibile di quel che Dio può realizzare con ogni creatura che non metta ostacoli alla potenza del suo amore e si lasci colmare dal suo Spirito. Il peccato originale, quindi, non è una colpa personale con la quale nasciamo, non è una mancanza morale, ma indica il fatto che tutti nasciamo non come bastanti a noi stessi, ma predisposti a un collegamento indispensabile non solo con chi ci circonda, ma soprattutto con Dio, senza il quale siamo mancanti in qualcosa. Si chiama peccato nel senso di fallimento: senza questo collegamento, siamo falliti, siamo lampadine spente. Il Battesimo cancella questo peccato non per magia, ma perché è il segno col quale il Signore ci dice: guarda, comunque vada la tua vita, tu sei collegato a me, stai tranquillo, non avere paura, rallegrati, ave, io sono con te, cioè ci ripete le stesse parole dette a Maria. Dopodichè, attenzione, l’interruttore ce lo abbiamo in mano noi, perché siamo creati liberi. Dio ha predisposto tutto l’impianto elettrico in modo perfetto, poi però spetta a noi decidere se usarlo o meno: la lampadina funziona, la corrente c’è, la spina è nella presa, ma se accendere o meno l’interruttore spetta a noi. La stessa cosa valeva anche per Maria. Nata senza peccato originale non vuol dire che, allora, non era più libera di scegliere cosa fare. Esattamente come noi battezzati. Anche Maria dovette compiere un percorso umano e spirituale per diventare da madre di Gesù a sua discepola, e non fu facile. Ma decise di fidarsi, di dire si, di tenere sempre acceso l’interruttore. E noi?