giovedì 24 marzo 2016

GIOVEDì SANTO 2016

Come anticipavo domenica, quest’anno voglio rileggere gli eventi narrati dalla Parola di Dio di questo triduo pasquale sotto un profilo particolare che racchiuderei nel titolo che rubo a un film: ATTRAZIONE FATALE. Nel film, queste parole si riferiscono a un’attrazione amorosa malata che coinvolge due amanti e che finisce in tragedia. In chiave evangelica, gli amanti sono Dio, lo Sposo
che ama irrimediabilmente, fatalmente, fino alla mort e la Chiesa sua sposa, che siamo noi. Ed è precisamente questo amor e fatale di Dio per noi ad essere capace di suscita re anche in noi un’attrazione fatale verso di Lui, se però rius ciamo a contemplarlo. Perché è intricata questa lun ga storia d’amore tra Dio e noi, e di questo in sostanza parl a tutta la Bibbia. Stasera abbiamo letto l’esempio di Giona che va a Ninive a dire che Dio voleva salvare anche loro. Ma Giona faticava ad accettare l’attrazione amorosa e fatale di Dio anche verso gli stranieri oltretutto peccatori, e i nfatti gli oppose resistenza, non voleva andare a N inive perché dentro di sé sapeva che Dio li avrebbe perdonati, e la cosa gli dava molto fastidio, come in fondo anc he a noi da fastidio pensare che Dio possa amare ad esempio un terrorista. Il punto da capire è che non è Dio ad e ssere lontano da uno che mette le bombe, ma è chi mette le bombe, oltretutto pensando di metterle nel nome di Dio, a d essere lontano anni luce da Dio. È figlio anche lui di Dio , ma non vive da figlio perché uccide i fratelli: v uol dire che non pensa a Dio come Padre. Capite perché Giona si era ribellato? È come se Dio dicesse a uno di noi: vai a Bruxelles dai terroristi a dirgli che io gli voglio bene, così se capiscono questa cosa magari la smettono di farsi esplodere in aria e di far morire i loro fratelli. Noi lo faremmo? Non cre do. Noi diremmo: che vadano all’inferno! Così facen do però commetteremmo lo stesso errore. Preghiamo per le vi ttime, che sono già in Paradiso, mentre dovremmo pr egare di più per questi pazzi fanatici, che pur sono nostri fratelli, ma non perché Dio abbia pietà di loro, ma perché loro si convertano e si lascino attrarre da questo Dio, cos ì diverso da quello in cui dicono di credere. Il gu aio è che pensare a un Dio così appare una bestemmia. E proprio perché Gesù manifesta in pienezza che Dio è proprio così c he viene accusato di bestemmia e viene arrestato, condannato e ucciso per bestemmia da coloro che dicevano esse re i difensori di Dio, come se Dio avesse bisogno di dif ensori. Gesù è la bestemmia di Dio, ed è proprio qu esta bestemmia che ci salva. Gesù fa vedere che Dio si lascia trad ire dagli amici. Nell’orto degli ulivi e poi sulla croce arriva a sentire su di sè tutto quello che proviamo noi quando abban doniamo Dio e di conseguenza ci sentiamo abbandonat i da Lui, si sente morire, e come tutti noi vorrebbe allontan are questo calice di amarezza, come noi quando stia mo male. Ma non cede a questa tentazione e dice: sia fatta la t ua volontà. E la volontà di Dio è che noi sentiamo che Lui ci è accanto e ci ama proprio mentre noi lo abbandoniamo e ci sentiamo abbandonati. Vi rendete conto? Un Di o così... E poi nel momento dell’arresto chiama amico Giuda che lo tradisce e dice a Pietro di non combattere per lui, appunto perchè Dio non ha bisogno di essere difeso, anzi, v uole che si salvi anche chi lo vuole morto. Addirit tura durante il processo se ne sta in silenzio, perché se avesse ri sposto avrebbe fatto capire a tutti la sua innocenz a, e così tutti sarebbero stati condannati, e lui non vuol condanna re nessuno. E poi l’ultima cena, fatta in compagnia non di santi, ma di peccatori. In quella cena anticipa quello che farà il giorno dopo sulla croce. Identifica il suo corpo con un pezzo di pane per dire: fate diventare la vostra vita com e la mia, nutritevi della mia Parola e vi sentirete anche voi come me figli amati dal Padre e così amerete gli altri come vostri fratelli, spezzandovi per loro come io mi s pezzo per voi, e diventando come me diventate come Dio. E noi gli ch iediamo: ma come è possibile, come facciamo? La ris posta è nel dono del vino. Gesù identifica il suo sangue col vi no. Cosa vuol dire? Il sangue è ciò che da vita al corpo; l’amore di Dio, che è lo Spirito santo, è ciò che da vita alla nostra anima. Quindi Gesù sta dicendo: perché il v ostro corpo diventi come il mio, perché la vostra vita sia come la mia, bevete questo vino che è il mio sangue, ricevete l o Spirito santo che animi la vostra anima. E’ questa trasfusione di sangue che ci salva e ci da la certezza che l'alle anza d'amore con Dio non potrà più essere cancellata e che dunque tu tti i peccati che ci separano da Dio vengono cancel lati. Ecco perché a Giuda dice: guai a quell'uomo che mi tradi sce, sarebbe meglio per lui se non fosse mai nato. Guai vuol dire ahimè, e ahimè Gesù lo dice riferendosi a se stesso . Cioè Gesù sente su se stesso il male che si fa co lui che tradisce perché noi siamo nati per sentirci amati e per amar e, per sentirci figli e fratelli, e se non viviamo così buttiamo via l'esistenza, per cui meglio sarebbe non essere mai nati, come i terroristi di cui parlavo prima. L’att razione fatale di Dio per noi è dunque la bestemmia di Gesù che ci sa lva, come dicevo, perché distrugge le nostre false idee su Dio, che sono quelle che avevano i suoi avversari, ma ch e avevano anche i suoi discepoli, tutti, e gli evan gelisti si soffermano su Pietro e su Giuda per farci vedere co sa dobbiamo fare e cosa non dobbiamo fare per lasci arci a nostra volta attrarre dall’amore smisurato di Dio. Pietro e Giuda pensavano a Dio in modo distorto, come gli altri, e lo rinnegano e lo tradiscono per questo motivo, non pe r cattiveria. Pietro era convinto come Giuda che Ge sù alla fine avesse preso in mano la situazione e cacciato gli i nvasori romani. Quando vede che Gesù viene consegna to e non vuole che si combatta per lui, si mette poi a segui rlo per vedere come andava a finire, perché sperava che stesse scherzando e che alla fine avrebbe reagito. Quando vede che Dio risponde al male col bene e che è Dio a sacrificarsi per noi e fare tutto per noi, considerandoci tutti figli e fratelli, cosa fa? Dice: io non conosco que ll'uomo, io avevo seguito un altro Gesù. Quindi lo rinnega a ragione perché si sente deluso e tradito lui, ma perché Ges ù non corrispondeva all'immagine di Dio che lui aveva in mente. La stessa identica cosa vale per Giuda. Ma p erché alla fine Giuda si suicida e Pietro no? Perché Pietro, dopo a ver rinnegato Gesù, quando incrociò il suo sguardo e si ricordò che Gesù glielo aveva preannunciato, capì che il Signor e lo conosceva, sapeva che lo avrebbe rinnegato, ep pure lo aveva scelto lo stesso, perché Dio sceglie sempre i peggi ori, e adesso gli è chiaro che lui è uno che rinneg a, il Signore uno che lo salva. Giuda no. Tanto è vero che nonostante il fatto che Gesù lo avesse chiamato amico, quando poi si avvede del suo male, non riesce a perdonare se stesso perc hé crede che Dio non lo possa perdonare. Se ne sarà accorto da morto vedendo il sorriso di Dio. Noi vogliamo impar are ad accorgercene da vivi. Per questo siamo qui. Per lasciarci irrimediabilmente attrarre anche noi dal suo amore che ci salva