domenica 2 ottobre 2022

2/10/22 V DOMENICA DOPO IL MARTIRIO

Queste parole di Gesù sono il cuore di tutto il suo insegnamento. Ma è importante capire che prima di essere cose da fare, Gesù sta facendo il ritratto di Dio, ci sta raccontando il modo in cui Dio ama noi: Dio ci ama quando gli siamo nemici, continua a fare del bene a chi lo odia, benedice chi lo maledice, 

porge sempre le sue guance a chi lo percuote (deve averne proprio tante), non chiede nulla, ma continua solo a donare, non condanna, ma sempre perdona, perchè non giudica, o meglio, giudica si, ma giudica ogni uomo e ogni donna come suoi figli amati. Questo è il Dio unicamente buono che Gesù ci ha fatto vedere, che Gesù ha testimoniato con le sue opere: per questo lo chiamava col nome di Padre, per indicare non che Dio è un maschio, ma che Dio è una perenne fonte di vita. Tanto è vero che la caratteristica principale che riassume l’amore di Dio è quella della Misericordia, un termine squisitamente femminile, perchè indica l’utero materno che accoglie il figlio, quindi un amore viscerale femminile: Dio è padre, fonte di vita, che ci accoglie per quello che siamo come una madre. Bene, siccome quello che noi sappiamo di Dio è solo ciò che di Dio ci ha fatto vedere Gesù, vuol dire che ogni idea o immagine di Dio diversa o contraria, dobbiamo buttarla nella spazzatura. Perchè è così importante capire che queste parole, prima di tutto, sono il ritratto di Dio, del modo col quale Dio ama noi? Perchè altrimenti Gesù non potrebbe chiederci di essere anche noi misericordiosi come il Padre, cioè di amare gli altri nello stesso modo in cui Dio ama noi. È solo scoprendo, gustando e sentendo quanto Dio ama me, che io posso riuscire ad amare gli altri in questo modo, anche i nemici. Altrimenti posso solo dire, come spesso si sente: Dio perdona, ma io no. Del resto, uno può donare solo l’amore che ha ricevuto. Poi, se questo amore ricevuto non viene a sua volta donato, allora serve a niente. E uno si chiede: qual è la ricompensa a fare così, che vantaggio ne ho? Se per ricompensa intendiamo un vantaggio immediato, una paga in denaro, prestigio, onore, salute, benessere, siamo fuori strada. Spesso, la ricompensa che si riceve facendo il bene è che ti tirano le pietre o ti chiamano fesso, ma siamo in buona compagnia, considerando che Gesù lo misero sulla croce. La ricompensa, dice Gesù, è che diventiamo figli dell’Altissimo, come lui, cioè che diventiamo come Dio, che abbiamo dentro di noi la sua stessa vita, una vita di una qualità tale da superare anche la morte. La ricompensa è che, siccome noi siamo creati a sua immagine, se Dio è amore, vuol dire che è solo amando con lo stesso amore col quale Dio ama noi che noi realizziamo la nostra umanità, non c’è altra strada. È solo compiendo il bene, diventando collaboratori di Dio nella costruzione del suo Regno, che permettiamo a noi stessi e al mondo di evolversi. Eppure, non c’è verso. Vedendo come vanno le cose nel mondo, sembra proprio che gli uomini abbiano solo il gusto perverso di farsi del male da soli. Se tutti coloro che in Russia, in America, in Europa, in primis i capi di stato che si definiscono cristiani (questo è il punto, che dicono di essere cristiani), avessero la benché minima consapevolezza di cosa voglia dire essere cristiani, per esempio questa ennesima assurda e folle guerra non sarebbe mai iniziata, non ci sarebbe solo il Papa solitario a parlare di pace, i soldi spesi per le armi starebbero sfamando i due terzi dell’umanità che muore di fame, e invece stanno solo impoverendo tutti e arricchendo i pochi che traggono giovamento economico da queste situazioni. In realtà, però, leggendo bene il Vangelo, non ci sarebbe neanche troppo da stupirsi. Guardate come inizia il discorso di oggi. Gesù, prima di fare questo ritratto di Dio e, quindi, di dare questi insegnamenti a noi, fa una premessa: a voi che ascoltate, io dico. Chi sono questi che ascoltano? Gesù non si sta rivolgendo a tutti, ma a coloro che prima avevano ascoltato le beatitudini e avevano aderito al suo messaggio. Cosa vuol dire? Vuol dire che parole così forti non le possono capire tutti, ma solo chi ha davvero capito chi è Dio, chi siamo noi ed disposto a vincere il proprio egoismo e gli interessi di parte, cioè chi, nonostante tutto, è bendisposto a cambiare mentalità. Allora si che Dio, fonte di vita, è in grado di agire. Dio, lo ripeto sempre, non agisce magicamente dall’alto, ma agisce sempre attraverso di noi, nella misura in cui ognuno di noi glielo permette. Perché, non dimentichiamolo, ci siamo dentro tutti: sarebbe troppo facile e comodo pensare che queste cose riguardano gli altri: no, anche oggi, queste parole Gesù le sta rivolgendo a ciascuno di noi e quindi è bene che prima di fare gli esami di coscienza agli altri, ognuno li faccia a se stesso.