domenica 9 aprile 2023

9/04/23 DOMENICA DI PASQUA

Proviamo a dire qualcosa sulla risurrezione perché non è facile e ci sono idee un po’ confuse. Cosa vuol dire che Gesù è risorto? Secondo me, molti risponderebbero: vuol dire che è morto e poi, dopo tre giorni, il suo corpo è tornato a vivere. Sbagliato. Prima di tutto, Gesù non risorge dopo tre giorni, ma il 

terzo giorno, e il terzo giorno indica, nella Bibbia, il momento in cui Dio agisce con tutta sua potenza, e il potere di Dio qual è? Quello di trasformarci, di farci diventare nuove creature, di farci diventare come lui: ecco cosa vuol dire risorgere. Passare da un modo vecchio di pensare e di vivere a un modo nuovo. Questo vuol dire “fare Pasqua”, perché Pasqua significa passaggio. Quindi, si comincia a risorgere qui, in questa vita, man mano che impariamo a pensare e a vivere come Gesù, con la forza che ci viene dallo Spirito santo. Se viviamo così, cosa succede quando il nostro corpo muore? Che questa trasformazione, questo passaggio, si completa, e noi diventiamo una cosa sola con Dio. Vedete che sto dicendo “noi”, non solo Gesù, altrimenti, se a risorgere fosse solo Gesù, beato lui e poveri noi. Quindi, Gesù risorto vuol dire che non è mai morto, o meglio, che morì solo il suo corpo, ed Egli diventò una cosa sola con Dio, ascese al cielo. I vangeli, però, raccontano che Gesù apparve per quaranta giorni, e per questo noi celebriamo l’ascensione tra quaranta giorni. Vuol dire che i discepoli di Gesù ebbero bisogno di tempo per capire cos’era successo, per rendersi conto che davvero Gesù non era morto, ma era vivo. Infatti, quando leggiamo le apparizioni di Gesù risorto, ci accorgiamo che, all’inizio, nessuno lo riconobbe (abbiamo appena letto che Maria Maddalena, quando lo vide, pensava che fosse il custode del giardino). Allora, qui bisogna fare uno sforzo difficile, cioè interpretare bene questi racconti. Ieri notte, stamattina, domani e nei prossimi giorni fino a domenica prossima, si leggeranno nelle Messe tutti questi racconti delle apparizioni di Gesù, e sono uno diverso dall’altro (io, in questi anni, tra incontri, catechesi per adulti e video li ho spiegati tutti). Se questi racconti dicono che, quando Gesù apparve ai discepoli, all’inizio essi non lo riconobbero, e poi viene spiegato in che modo capirono che era proprio lui, è perché sono scritti per noi, per spiegarci in che modo anche noi, che duemila anni fa non c’eravamo, possiamo incontrare Gesù risorto, vedere il suo corpo, proprio come loro, sentire che Gesù è vivo, è qui con noi, sempre. Allora proviamo adesso a vedere cosa ci dice, a questo proposito, il vangelo che abbiamo appena letto. L’evangelista Giovanni ci presenta Maria Maddalena che piange davanti al sepolcro, e poi si scopre che questo sepolcro si trovava in un giardino (negli altri vangeli, per esempio, non si dice che il sepolcro si trovava in un giardino). Perché un giardino? L’evangelista vuole paragonare questa scena a quella del giardino dell’Eden, dove Dio creò e mise l’uomo e la donna, per dirci: attenzione, la risurrezione è una nuova creazione. Maria Maddalena, poi, compie le stesse azioni di un’altra donna, quella del Cantico dei Cantici: una donna malata d’amore che cerca disperatamente il suo amato da tutte le parti, non lo trova e chiede a tutti se sanno dove è andato a finire, e alla fine lo trova in un giardino. Infatti, la Maddalena viene chiamata “donna” da un uomo che pensava fosse il giardiniere, e donna vuol dire sposa, e poi, quando quell’uomo la chiama per nome, Maria, lei si sente conosciuta, amata, e capisce che è Gesù, perché lei sapeva con quanto amore Gesù l’avesse amata, e che l’amore è più forte della morte. Si sarà certamente ricordata che Gesù aveva detto “Beati gli afflitti, perché saranno consolati”, e che “se il chicco di grano caduto per terra non muore, non porta frutto”. E si sente rinascere, perché avverte dentro di sé una gioia immensa, diventa una nuova creatura, è lei quella che sta risorgendo. E dunque, quali sono le indicazioni che ci sta dando l’evangelista? Che se noi impariamo a ricordare le parole di Gesù e a fidarci, e se impariamo a sentire dentro di noi quanto è grande l’amore col quale ci ha amato, anche noi possiamo renderci conto, come lei, che Gesù è vivo, è risorto, perché noi cominciamo a risorgere, a diventare persone nuove, piene di gioia. Ma cosa vuol dire concretamente diventare persone nuove? Gesù lo aveva insegnato: l’amore che avete ricevuto, dovete donarlo agli altri, amatevi tra voi come io ho amato voi. E allora, attenti come continua il racconto. Anche noi vorremmo, come la Maddalena, non solo sentire questo amore di Gesù, ma vedere il suo corpo, toccarlo, abbracciarlo. Giustissimo. E dov’è il corpo di Gesù, com’è fatto? Gesù le dice: non mi trattenere, non sono ancora salito al Padre. In che senso? Nel senso che fino a quando tutti gli uomini non sperimenteranno l’amore di Dio, il corpo di Gesù non è completo, perché il suo corpo è fatto da tutti i suoi fratelli, cioè da tutta l’umanità (ogni volta che avrete fatto del bene o del male a una persona che ha bisogno, lo avrete fatto a me). E allora le dice: vai dai miei fratelli! Come per dire: se mi vuoi abbracciare, se vuoi vedermi risorto, se vuoi vedere il mio corpo, vai ad abbracciare loro. Vogliamo vedere anche noi il corpo di Cristo risorto? Eccolo qui, siamo noi, noi che siamo qui, e tutti i fratelli e le sorelle che incontreremo uscendo di chiesa. E tra poco, il corpo di Cristo risorto si rende presente nel pane e nel vino offerto a tutti perché tutti, nutrendoci di questo cibo, impariamo ad amarci come lui ci ha amati e così gli altri, vedendo come noi li amiamo, potranno anche loro vedere che Gesù è risorto, che Gesù è vivo. E così sia.