domenica 14 dicembre 2014

V DOMENICA DI AVVENTO ANNO B

Sono letture davvero difficili quelle di oggi. Non mi metto a spiegarle una per una come faccio negli incontri del sabato pomeriggio con quelli che vengono, ma provo a legarle tra loro a partire dal vangelo dove abbiamo letto di Giovanni che preannuncia il Battesimo di Gesù. Quando abbiamo ricevuto i sacramenti del Battesimo e della Cresima, tutti siamo stati unti con un olio che si chiama
Crisma (voi lo avete ricevuto due volte e io tre, perché lo si riceve anche nel sacramento dell’Ordine). Quest’olio è il segno di Cristo che ci fa diventare come Lui, re, sacerdoti e profeti. Ebbene, le letture di oggi ci spiegano: Isaia cosa vuol dire essere re, la lettera agli Ebrei cosa vuol dire essere sacerdoti e
il vangelo cosa vuol dire essere profeti. Partiamo da Isaia. Isaia dice che dalla discendenza di Iesse, il padre del re Davide, sorgerà un re giusto e di pace, una pace che abbraccerà tutto il mondo, anche quello degli animali, creando un nuovo paradiso. A ungere questo re sarà lo Spirito santo che gli donerà sapienza, intelligenza, consiglio, fortezza, conoscenza, timore del Signore, i sette doni dello Spirito. Noi riconosciamo in Gesù questo re. Gesù è re perché ci fa vedere cos’è la potenza di Dio. Dio è un Padre che ama i suoi figli, e da a suo Figlio Gesù il suo stesso potere, che è quello che vedevamo domenica scorsa, il potere dell’asino, e cioè il potere di amare, di servire, di perdonare. E Gesù, attraverso l’unzione col crisma, trasferisce a noi con lo Spirito santo questo potere, di essere Re come Lui. Se noi impariamo a usare questo dono, a vivere il nostro potere regale per amare attraverso questi sette doni, pian piano si costruisce il regno di Dio, pian piano inizia una nuova creazione, un nuovo paradiso. Se il mondo va male, oggi come allora, non è colpa di Dio, ma nostra. E ora passiamo alla lettera agli Ebrei, dove invece si parla del sacerdozio di Gesù, e anche noi, col crisma, siamo diventati sacerdoti come Gesù. Il sacerdote presso i pagani era quello che faceva da ponte (da cui la parola pontefice) tra Dio e gli uomini: portava a Dio il culto degli uomini e attirava sugli uomini la benevolenza di Dio. E questa idea è diffusa anche tra i cristiani, quando per esempio qualcuno pensa che le preghiere e le benedizioni di un prete hanno più efficacia, valgono di più, perché è più vicino a Dio. Invece, il cristianesimo ha introdotto una grande novità sul sacerdozio. Per rivolgersi a Dio e dargli culto non è necessario ricorrere al tempio, cercare il sacerdote che offra sacrifici al posto degli altri, perché Dio, facendosi uomo in Gesù, ha mostrato di abitare in ogni uomo come in un tempio. Gesù è sommo sacerdote perché nella sua persona il cielo e la terra si sono uniti. Con il Crisma fa diventare ogni battezzato sacerdote come lui, tempio di Dio, e quindi tutti possiamo unirci al Signore perché Lui si è unito a noi, e questa unione poi deve tradursi, col crisma della Cresima, in una vita vissuta nella fede, nella speranza, nella carità e nella testimonianza, offrendo a lui la nostra vita. Chi poi riceve come me il crisma anche nel sacramento dell’Ordine diventando prete, non diventa più sacerdote di un normale battezzato, ma riceve dal Signore il potere di esercitare il suo sacerdozio in un modo diverso, agendo nella persona di Gesù come guida, pastore, rimettendo i peccati e celebrando l’eucaristia. Insomma, il sacerdozio del prete serve per far si che tutti i battezzati possano vivere il loro sacerdozio nutrendosi della Parola e del Corpo di Gesù. E da ultimo, dicevo che col crisma del Battesimo siamo diventati tutti profeti come Gesù. Prima di lui c’erano stati altri profeti, e Giovanni Battista fu l’ultimo prima di Cristo. Chi è il profeta? Lo chiedono anche a Giovanni: tu chi sei? E lui dice quello che non è: non è un padreterno, non è il salvatore. E’ voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore. Cioè è uno che dà voce a tutti i desideri più profondi di verità, di giustizia, di amore, di gioia, di pace, di senso, presenti in ogni uomo facendo vedere che c’è qualcuno, e non è lui, che può realizzarli, e quindi aiuta gli uomini a vedere le cose con gli occhi di Dio, perché ascolta la sua Parola e la fa. Anche Gesù è profeta perché testimonia con la sua persona chi è questo Dio, perché Dio è in lui, lui è il Figlio, per cui Dio è Padre, e il Padre è in Lui con lo Spirito santo. Col crisma del Battesimo anche noi siamo diventati profeti come Gesù, perché siamo stati riempiti dello Spirito santo che ci ha reso figli del Padre come il Figlio Gesù, e noi siamo profeti quando viviamo come Gesù, amando gli altri come Gesù, vivendo da fratelli: in questo
modo testimoniamo chi è Dio e che davvero Dio realizza i nostri desideri più profondi. Stiamo giungendo al termine dell’Avvento, e le letture di questa domenica ci fanno scoprire che questo Signore è già venuto, è in noi, ci vuol fare diventare come Lui, e per diventare come Lui dobbiamo vivere come Gesù, come re, sacerdoti e profeti. Per questo ci nutriamo della sua Parola e siamo qui a Messa, perché partecipando e ricevendo l’eucaristia, che è Gesù stesso, riceviamo quel pane che ci da la forza di cercare ogni giorno di vivere così. E così sia.