sabato 27 dicembre 2014

SAN GIOVANNI EVANGELISTA

Siamo nel capitolo 21 del vangelo di Giovanni che racconta di Gesù risorto che si manifesta per la terza volta ai discepoli per farci capire che da allora in poi, fino alla fine del mondo, Gesù si manifesta così.
Come? Riassumendo gli episodi raccontati possiamo dire così: Gesù è già sulla riva, è arrivato presso
il Padre e da lì ci assiste mentre noi compiamo la sua missione che è quella di andare verso i fratelli nel mare, a pescarli dall’acqua per salvarli come ha fatto lui. Poi aspetta i discepoli per mangiare con loro. Vuol dire che il Signore è presente non solo nell’amore per i fratelli, ma nell’eucaristia che è la
sorgente dell’amore.
Poi per tre volte chiede a Pietro che lo aveva rinnegato se lo ama, perché Pietro è buono e generoso, ma ancora presuntuoso, non ha capito che seguire il Signore è un dono, è accettare che lui ci lavi i piedi, che ci dia la vita, altrimenti, se non capisco il suo amore, non posso amare i fratelli. Ma soprattutto non ha ancora capito che il suo peccato non è un impedimento ad amare il Signore, ma è proprio ciò che ci permette di amarlo di più, perché è nel nostro peccato perdonato che sperimentiamo l’infinito amore di Dio, perché se Dio mi ama fin tanto che sono bravo e poi mi butta via, allora non è poi così grande il suo amore. Se Pietro capisce che proprio nei suoi fallimenti sperimenta l’amore di Dio, allora può diventare la pietra che conferma la fede dei suoi fratelli, il pastore che tiene unito il gregge della Chiesa, un popolo non di perfetti, ma di peccatori salvati e che proprio per questo possono annunciare l’amore di Dio. E così veniamo al brano di oggi. Gesù dice a Pietro: seguimi, ed egli si volta, e voltarsi vuol dire convertirsi, e cosa vede? Vede Giovanni, il discepolo che Gesù amava. E perché lo può vedere? Perché anche lui adesso vede l’amore che il Signore ha per lui e capisce di essere anche lui amato e diventa come Giovanni. Gesù gli aveva appena detto: Segui me, che è il senso di tutta la vita cristiana. Seguire Gesù è la più bella parola del Vangelo, vuol dire andare dietro di lui, perché lo si ama, per essere con lui e come lui. E vede che questo discepolo già fa ciò che Gesù aveva ordinato a Pietro. E di Giovanni si dice non solo che era quello che Gesù amava, che al banchetto era coricato sul suo petto, sul suo cuore, per ascoltare l’amore del Figlio, e per questo scrive il vangelo, perché il vangelo non racconta nient’altro che l’amore del Padre per il Figlio e per il mondo, e chi sente e vive questo amore del Figlio, allora capisce tutto, che il Vangelo è la la buona notizia di Dio che salva il mondo. E di Giovanni si dice che sapeva chi è colui che tradisce: cioè Giovanni, poggiando sul cuore di Gesù, capisce subito che Gesù muore per tutti. Gli altri no. Poi Pietro domanda: Signore, di costui cosa sarà? Cosa devo fare con questo qui che è stato con me fin dall’inizio ed è sempre arrivato prima di me, era con te nel processo, era con te sotto la croce, è entrato per primo nel sepolcro, sulla barca è stato il primo a riconoscerti? Come a dire: devo eliminarlo perché sono io il capo o devo seguire lui? E Gesù gli risponde e dice anche a noi: tu devi seguire me, non lui, ma devi fare come lui che ha seguito me. E aggiunge: “E se io voglio che lui rimanga fino al mio ritorno, a te che importa? Una frase ambigua che non viene capita, e infatti pensavano che non sarebbe mai morto. Invece voleva dire che il Signore torna quando tutti diventiamo come Giovanni: quando tutti diventiamo come lui, il Signore torna in tutti. Quindi Giovanni resta fino alla fine del mondo come testimone dell’amore perenne di Dio per noi. il mondo finisce quando tutti abbiamo capito questo. Resta per sempre perché l’amore resta in eterno. Vuol dire che noi giungiamo alla vita piena, alla vita eterna, già su questa terra, quando facciamo come Giovanni. Ed è un percorso lungo che dura tutta la vita. E infatti, sempre Giovanni, all’inizio della sua lettera che abbiamo letto prima dice: vi scriviamo queste cose perché la nostra gioia sia piena. Quali cose? Quello che abbiamo udito, visto, contemplato e toccato, che Dio è luce, è comunione, è amore che perdona sempre, che salva, che da la vita. Il Verbo della vita, così Giovanni chiama Gesù, che è apparso nel Natale, è venuto per questo. Natale accade quando anch’io divento, come Pietro, divento come Giovanni. E così sia.