domenica 7 gennaio 2024

5/01/24 EPIFANIA MESSA DELLA VIGILIA

Proviamo anzitutto a ripercorrere le letture che abbiamo ascoltato. Le prime due sono una profezia dell’adorazione dei Magi che si celebra domani. Il libro dei Numeri parla di Balaam, un indovino, che non apparteneva al popolo di Israele, quindi uno straniero, che annuncia che da Israele sarebbe sorto un 

astro, una stella, che avrebbe governato il suo popolo. Anche i Magi non provenivano da Israele, erano pagani, e proprio loro riconosceranno in Gesù bambino questa stella. Isaia aveva annunciato che a Gerusalemme non sarebbero tornati solo gli israeliti che erano in esilio, ma che sarebbe arrivata gente da ogni dove per adorare l’unico Dio. I Magi ne sono la dimostrazione: venivano da un Oriente misterioso, patria delle religioni più diverse, e arriveranno a Gerusalemme per dire che Dio appartiene a tutta l'umanità: è il Dio di tutti coloro che lo cercano con cuore sincero. Le letture successive, invece, ci hanno introdotto al momento del battesimo di Gesù al Giordano. Abbiamo ascoltato il racconto della morte del profeta Elia, un racconto mitico pieno di simboli. Elia muore presso il Giordano perché attraversando questo fiume che il popolo di Israele era entrato nella terra promessa e la sua morte viene descritta mentre viene rapito su un carro di fuoco. Sono simboli che prefigurano il battesimo di Gesù nel fiume Giordano e la sua morte come ingresso nel fuoco dell’amore di Dio. Anche il breve racconto successivo è simbolico. Il profeta Eliseo, successore di Elia, getta nell’acqua del Giordano un pezzo di legno per fare riemergere il ferro di un’ascia che vi era caduta dentro. La pesantezza del ferro inghiottito dall’acqua prefigura la morte di Gesù, il legno che lo fa riemergere è la croce che segna il passaggio alla risurrezione. Gesù chiamava “battesimo” il momento della sua morte. La parola “battesimo”, infatti, significa immersione nell’acqua: un uomo immerso nell’acqua muore, quindi l’acqua del battesimo è simbolo di morte, ma dalla morte Cristo riemerge vittorioso. Il suo battesimo al Giordano all’inizio della sua missione e che celebreremo domenica prossima, è pertanto epifania, cioè manifestazione, della sua Pasqua. Ecco perché, in questo giorno solenne, dopo il vangelo la Chiesa ha proclamato la data della prossima Pasqua, la festa che dà origine a tutte le feste, senza la quale non avrebbero senso di esistere tutte le altre: se Cristo non fosse risorto, vana sarebbe la nostra fede, come dice san Paolo. E proprio san Paolo, nei versetti della lettera a Tito, spiega che attraverso il Battesimo che noi abbiamo ricevuto, Gesù ha associato ogni uomo che aderisce in lui al suo stesso destino. Tra l’altro, il simbolo dell’acqua tornerà nel momento delle nozze di Cana: l’acqua trasformata in vino rappresenta la nostra vita mortale che Dio fa diventare immortale, se però noi impariamo a vivere la nostra esistenza guidati dal suo Spirito d’amore, se cioè la nostra vita diventa pian piano un’epifania, cioè una manifestazione dell’immenso amore di Dio. E questo vale per tutti, per ogni uomo, quale che sia la sua provenienza o la sua condizione, come testimoniano i Magi. Vedete dunque come il cerchio si chiude e ogni elemento trova il suo posto? La liturgia di questa sera ci aiuta dunque a non ridurre l’epifania alla favoletta di tre strani personaggi colorati (che, tra l’altro, non erano neanche tre e neanche dei re) che arrivano ad arricchire il nostro bel presepe. L’Epifania è tutta la vita di Gesù che manifesta ad ogni uomo il vero volto di Dio, un Dio che è Padre e che vuole fare diventare suo figlio, come Gesù, ogni uomo della terra, simboleggiato dai Magi; e suoi figli si diventa se accogliamo e seguiamo il suo Spirito che ci rende capaci di vivere come Gesù, di trasformare la nostra vita a sua immagine, di nascere nuove creature (ecco qual è il significato del Natale) per poter così passare da una vita mortale a una immortale (la Pasqua), come i segni del Battesimo e delle nozze di Cana manifestano a loro volta. Ed è bello che il nostro rito ambrosiano distribuisca la celebrazione di queste epifanie di Gesù nelle prossime settimane. Perché tutta la nostra vita diventi pian piano epifania, manifestazione, dell’amore del Signore, man mano che gli permettiamo di trasformarci a sua immagine. Davvero il Natale accade perché sia per ciascuno subito Pasqua, che è ciò che celebriamo in ogni eucaristia dell’anno.