Quando diciamo che Gesù è veramente uomo, non è tanto perché ha sofferto
ed è morto, come moriamo noi (anche se la morte di Gesù non è una morte
qualunque, e nello stesso tempo nella storia ci sono state e ci sono
milioni di persone che muoiono in condizioni peggiori). Gesù è veramente
uomo perché è l’uomo per eccellenza, la pienezza dell’umanità, il
culmine dell’umano, come deve
essere ciascuno di noi. Gesù, cioè,
realizza il progetto di Dio sull’uomo. Oggi si capisce il significato
del Natale: Dio diventa uomo in Gesù per fare diventare noi uomini come
Dio. E noi diventiamo come Dio se viviamo un amore simile al suo. Nel
suo ultimo gesto, Gesù ha dimostrato di amare come Dio ama, senza limiti
né condizionamenti alcuni, con un amore che mai cessa ne si stanca. In
Dio non si trova rancore, vendetta, punizione… tutto questo riguarda
un’idea falsa di Dio. Dio è soltanto amore. In Gesù si manifesta la
stessa qualità di amore che Dio ha per l’uomo. In una atmosfera di odio,
dove Gesù riceve insulti e disprezzi, dove gli tolgono la vita, la sua
unica reazione è quella dell’amore verso coloro che lo uccidono. E’
questa la vera realizzazione dell’uomo, quando sviluppa fino in fondo la
sua capacità di amare. Ognuno riceve questa capacità dallo Spirito di
Dio, poi però spetta a ciascuno assecondare i moti dello Spirito,
affinchè scompaiano dalla nostra esistenza tutte quelle reazioni che non
sono amore, come l’odio, il rancore, la vendetta. Nell’uomo che
risponde solo con l’amore, la creazione ha raggiunto il suo compimento.
Per questo la morte di Gesù non è la scomparsa di una persona, ma il
trionfo del progetto di Dio. Fino al secolo V, la celebrazione del
triduo pasquale veniva chiamata: “la trionfante celebrazione di questi
giorni”, non c’era lutto ne atteggiamento di dolore ma il trionfo del
progetto di vita. Non è giorno di lutto, oggi. Nel vangelo non si parla
di morte: si dice che Gesù spirò, donò il suo Spirito. Adorare la croce,
come quando adoriamo l’eucaristia, ha solo uno scopo: non quello di
farci versare qualche lacrimuccia, ma di chiedere al Signore: che lo
Spirito del tuo amore penetri in me e io impari ad amare come te, perché
se vivo, soffro e muoio come te io divento come Dio, io sono risorto,
non un giorno (che non è cosa da poco), ma già adesso.