Come ogni anno, con la domenica delle Palme inizia la Settimana santa,
quella che i primi cristiani definivano come AUTENTICA, e infatti è in
questo modo che viene chiamata nel nostro Rito ambrosiano. “Autentico”,
dal greco “autòs” cioè “se stesso”, significa “che è se stesso”. Per
essere autentici occorre essere fedeli a se stessi, diventare ciò che
siamo. Col Battesimo che abbiamo
ricevuto ci viene detto chi siamo:
figli amati di un Dio che è Padre, fratelli del Figlio Gesù, chiamati ad
amare i fratelli con lo stesso amore che Dio ha riversato nei nostri
cuori con lo Spirito santo. Il serio rischio è che questa verità sia
dimenticata o resti solo un concetto. Prenderne coscienza ci fa invece
RISORGERE: non un giorno, ma adesso. La risurrezione riguarda noi che
siamo vivi, prima di tutto. Risurrezione significa passare da una vita
mortale a una vita immortale, essere immersi nella vita di Dio, già fin
d’ora e in modo supremo dopo la morte del nostro corpo. Perché ciò
accada, occorre ADESSO, in questa vita, MORIRE a noi stessi, cioè
RINNEGARE tutto ciò che ci rende “inautentici”, che ci impedisce cioè di
diventare appunto ciò che noi siamo. Credo che ognuno di noi abbia
fatto esperienza di essere trattato in modo inautentico o di trattare
gli altri in modo inautentico. E’ un po’ la sensazione che deve provare
uno che si trova ad avere in mano una banconota falsa, cioè non
autentica. Ebbene, la Settimana che stiamo per iniziare è “autentica”
perché gli eventi della passione, morte e risurrezione di Gesù ci
rivelano in modo supremo l’autenticità di Dio e di noi stessi, chi è Dio
veramente e chi siamo noi. L’augurio per tutti è che possiamo viverla
pertanto in modo “autentico”, e cioè non per tradizione, ma come vera
occasione per fare il punto sulla nostra vita e capire se è fondata su
qualcosa di autentico o meno.