L’Epifania non è finita il 6 gennaio, ma prosegue q
uesta domenica e nelle prossime, fino alla Quaresim
a, dove la
liturgia ci mostra altre epifanie del Signore, perc
hé epifania vuol dire manifestazione, e i vangeli d
i queste domeniche
ci manifestano chi è questo Gesù nato bambino a Bet
lemme che abbiamo contemplato nel Natale. Oggi lo v
ediamo
adulto nel Giordano quando viene
battezzato da Giov
anni e una voce dal cielo dice: tu sei il Figlio mi
o, l’amato, in te
ho posto il mio compiacimento. Il suo Battesimo man
ifesta dunque che Dio è Padre e Gesù è suo figlio a
mato, di cui il
Padre si compiace, di cui il Padre è contento. Perc
hé il Padre è contento di suo figlio Gesù e glielo
dice proprio
mentre viene battezzato? Per rispondere a questa do
manda cerchiamo prima di tutto di capire cos’era il
Battesimo
con l’acqua che faceva Giovanni e che Gesù riceve,
che non è lo stesso Battesimo che abbiamo ricevuto
noi. Prima di
tutto Battesimo vuol dire immersione nell’acqua. Un
a cosa che noi facciamo fatica a capire perché quan
do veniamo
battezzati ci viene messa solo un po’ di acqua sull
a testa, mentre battesimo vuol dire essere immersi
nell’acqua fin
sopra la testa. Cosa significa questo gesto? Era un
gesto di purificazione, per dire: come l’acqua pul
isce il corpo, così
l’anima ha bisogno di essere pulita dai peccati, e
quindi fate penitenza e chiedete perdono, diceva Gi
ovanni a quelli
che andavano a farsi battezzare da Lui, e infatti r
imane stupito quando anche Gesù, che non aveva pecc
ati, ma che
era colui che doveva toglierli, andò a farsi battez
zare. Ma era un gesto ancora più denso di significa
to. Cosa succede
se noi veniamo immersi nell’acqua? Che anneghiamo,
perché non respiriamo, e ci vuole qualcuno che ci t
iri fuori, e
così gridiamo: o Dio salvami. Essere battezzati vuo
l dire dunque che abbiamo bisogno di Dio che ci sal
vi dai peccati e
dalla morte. Ebbene, Gesù venendo battezzato come g
li altri peccatori, manifesta (ecco l’epifania) cos
a vuol dire che
Dio ci salva dai peccati e dalla morte e in che mod
o ci salva. Tutti i peccati nascono da un unico gra
nde peccato, che
è il peccato originale: pensare che Dio è lontano,
è cattivo, è lì pronto a punirci se sgarriamo, è ne
mico della nostra
gioia, è un padre padrone, un giudice severo, che c
i premia se facciamo i bravi e ci punisce se faccia
mo i cattivi. E
siccome noi siamo fatti a sua immagine, se crediamo
in un Dio così, anche noi facciamo la stessa cosa
con gli altri, ed
è per questo che la nostra vita diventa un inferno.
E questo grande peccato ci porta a pensare che la
morte sia la fine
di tutto. Allora Gesù, per salvarci da questo pecca
to, cosa fa? Fa quello che gli chiede il Padre, e c
ioè si comporta
come suo Figlio amato, ed è per questo che il Padre
è contento di Lui. Cosa gli chiede il Padre? di mo
strare a tutti che
Dio non è quello che pensiamo noi, ma è appunto un
Padre che ci ama e ci perdona, e in che modo Gesù c
e lo
dimostra, ce lo manifesta? Comportandosi come suo f
iglio, e cioè amando tutti noi come suoi fratelli,
non
guardandoci dall’alto in basso, ma mettendosi in fi
la coi peccatori e condividendo le nostre miserie,
sofferenze e
morte comprese. Il vero battesimo di Gesù infatti s
arà la sua morte sulla croce: lì ci dimostra che il
Padre ci ama
anche se noi uccidiamo suo Figlio e infatti il Figl
io sulla croce ci perdona perché ci ama come fratel
li. Noi gli togliamo
la vita (il sangue) e lui ci ridona il suo sangue,
cioè la sua stessa vita, il suo Spirito, perché pos
siamo vivere anche noi
come Lui. Non solo. Risorgendo, uscendo dall’acqua
della morte, ci manifesta che non solo i nostri pec
cati, ma
nemmeno la morte possono separarci dal suo amore, p
erché quando moriamo e gridiamo aiuto, lui ci fa us
cire dal
sepolcro ed entrare in Paradiso. Insomma, col suo B
attesimo al Giordano, in un solo gesto, Gesù manife
sta già tutto
quello che farà da lì in avanti fino a quando morir
à e risorgerà. Vorrei farvi notare due particolari
e poi tirare una
conclusione. Quando Gesù viene battezzato abbiamo l
etto che il cielo si aprì. In realtà il verbo giust
o è un altro: il
cielo si squarciò, che è ben diverso. Infatti una c
osa che si apre si può anche chiudere. A quell’epoc
a si credeva che
Dio era talmente arrabbiato con Israele che aveva s
igillato i cieli, la sua dimora. E invece con Gesù
i cieli si
squarciano, non si possono più chiudere, appunto pe
r dire che niente, né il peccato né la morte, posso
no separarci
dall’amore di Dio. E poi scende su di lui lo Spirit
o come una colomba in forma corporea. Vuol dire che
lo Spirito è
qualcosa di molto concreto, e infatti un corpo senz
a spirito è morto. Allora qual è la conclusione? Ch
e quando noi
veniamo battezzati cosa succede? Che Dio ci sta dic
endo: tu sei mio figlio come Gesù, io ti amo come u
n Padre,
questo amore è per sempre, oltre la morte, e io ti
do lo stesso Spirito di Gesù che ti fa vivere come
mio figlio, come
Gesù, e ti da la forza di amare i fratelli, di perd
onare, di non essere più triste, egoista, inquieto.
Ricevendo il
Battesimo noi veniamo salvati, liberati da quel pec
cato originale, causa di tutti i peccati, che è que
llo di credere che
Dio non ci ama e ci permette concretamente di viver
e una vita nuova, vera, autentica. Ma eravamo tropp
o piccoli
per renderci conto di questo dono così grande. Infa
tti: è compito dei genitori e dei padrini che hanno
chiesto il
battesimo far crescere i figli aiutandoli a scoprir
e questa cosa. Ma se loro per primi non se ne rendo
no conto sarà
dura, molto dura. Ma soprattutto c’è un altro modo
molto concreto per scoprire questo dono immenso ric
evuto
quando non eravamo ancora in grado di intendere e d
i volere. È andandoci a confessare. Quando nel sacr
amento
della Riconciliazione ricevo l’assoluzione, io poss
o sperimentare quello che mi è accaduto il giorno d
el mio
Battesimo, perché in quel momento mi viene detto ch
e nemmeno il peccato può separarmi dall’amore di qu
el Dio
che mi ha unito a sé nel Battesimo. Capite perché s
oprattutto in quest’anno del giubileo della miseric
ordia il Papa
continua a parlare di questo sacramento, che quindi
è esattamente il contrario di quello che molti anc
ora pensano, e
infatti è per questo che ci si confessa poco e male
. Perché purtroppo, nonostante 2016 anni di cristia
nesimo, di
quello che ha fatto Gesù continuiamo a capire poco
e ad avere idee distorte, proprio noi che ci diciam
o suoi
discepoli.