RIASSUNTO DI GENESI 3, IL PECCATO ORIGINALE, IL BAT
TESIMO, L’IMMACOLATA, IL DIAVOLO, I DEMONI
Riassumendo Genesi 3. Un racconto mitico e non stor
ico, non per dire che c’è stato un tempo in cui il
peccato non
c’era, ma per dire che l’uomo da sempre è peccatore
e individuare la causa dei peccati
e la sua conseg
uenza.
L’origine del peccato sta nel cedere alla tentazion
e (il serpente) di pensare Dio come nemico della fe
licità, come colui
che con i suoi comandi ci vuole ingannare, quando i
nvece essi sono per la nostra gioia. Per cui il ben
e diventa male e
il male diventa bene. Le conseguenze nefaste sono d
a sempre sotto gli occhi di tutti e tutti ne faccia
mo esperienza: il
proprio limite e quello dell’altro diventano motivo
di lotta (si accorsero di essere nudi e Adamo impo
ne il nome alla
donna); si pensa che Dio arrabbiato voglia punirci,
mentre invece viene a cercarci (Adamo, dove sei?);
la mancanza di
fiducia conduce alla deresponsabilizzazione e all’i
ncolpare gli altri del male (la donna che tu mi hai
messo al fianco e
quindi il serpente, opera anch’essa di Dio). Vi sar
à sempre lotta col male dentro e fuori di sé e infa
tti è sempre un
combattimento il vivere (l’inimicizia tra il serpen
te e la stirpe della donna, cioè l’umanità), ma all
a fine la vittoria sarà
del bene (ti schiaccerà la testa). Dio dunque non c
astiga, ma promette la salvezza. Il farsi del mondo
è un continuo
scontro tra la disarmonia (il caos e il caso) e l’a
rmonia (il logos), e così è nell’animo umano, per c
ui come si soffre per
partorire e generare un nuovo uomo (partorirai con
dolore), così si lotta e si soffre per nascere uomi
ni nuovi. L’uomo
deve proseguire l’opera della creazione di Dio sape
ndo di non essere Dio (lavora con sudore e tornerà
ad essere
polvere). Non è che se l’uomo non peccasse non mori
rebbe: è l’angoscia di fronte alla morte la consegu
enza del
peccato, perché fa pensare alla morte come alla fin
e di tutto. E nel cammino della vita Dio continua a
coprire l’uomo
con la sua misericordia (fece all’uomo e a sua mogl
ie tuniche di pelle e li vestì).
L’uomo ha preteso di diventare come
Dio prendendo il suo posto. In realtà l’uomo è chia
mato a diventare come Dio, ma questo è frutto di un
dono, non di
rapina. Che non prenda allora l’albero della vita.
Per avere la vita di Dio deve passare attraverso la
morte. La morte è
l’ultima offerta di salvezza di Dio perché l’uomo c
apisca di non essere Dio ma di poter ottenere per s
uo dono
d’amore di diventare come Lui ottenendo la vita ete
rna. Lasciandosi perdonare e fidandosi di Lui, può
attraversare la
morte in e uscirne vivo per sempre. L’uomo può semp
re accedere al giardino e all’albero della vita, se
cambia
prospettiva, il proprio modo di pensare Dio e quind
i se stesso, gli altri, la vita, la morte.
Tutto il messaggio di Genesi 1-11 in fondo è questo
: tutti gli uomini hanno bisogno di salvezza, o meg
lio, hanno
bisogno di Dio perché la salvezza si concretizza co
me relazione con quel Dio da cui provengono, e il p
roblema è quale
Dio gli uomini hanno in mente.
La tradizione cristiana ha riletto questo testo com
e motivazione per giustificare la
redenzione operata da Gesù. E in effetti la redenzi
one operata da Cristo è quella di sdemonizzare l’im
magine
menzognera di Dio che noi ci creiamo, cioè di liber
arci dalle nostre paure di fronte a un Dio che non
esiste. E il
culmine di questa liberazione accade sulla croce do
ve Dio si lascia addirittura uccidere rivelando cos
ì la sua vera
essenza che è la misericordia.
Bene, il peccato originale è “il peccato del mondo”
di cui parla il quarto vangelo ed esprime il fatto
che noi nasciamo
come pecore senza pastore, con una libertà che fati
ca a orientarsi, che ha bisogno di Dio, che si form
a idee distorte
di Dio, che mette gli idoli del potere e della forz
a al posto di Dio perché non pensa a Dio come Padre
e gli uomini
come fratelli, ma solo come avversari da asservire
o distruggere. Gesù è il nuovo Adamo, il vero uomo,
l’uomo
nuovo, perché ci libera, ci salva da questa falsa i
mmagine di Dio causa di ogni male. Gesù viene a tog
liere il peccato
del mondo, causa di tutti i peccati. E può toglierl
o solo in un modo: da Agnello sgozzato. “Bisogna ch
e il Figlio
dell’uomo soffra e sia crocifisso”. La necessità de
lla croce. Non per placare l’ira di un Dio arrabbia
to con l’uomo, ma
esattamente il contrario: perché è il modo supremo
per mostrare che Dio è Padre e amico dell’uomo, non
un nemico
da fuggire, bensì colui che non vuole la morte dell
’uomo, ma la sua vita, e che la vita si ottiene per
seguendo la via del
bene (la charitas). E il bene assoluto è accettare
di perdere il sangue (la vita) che gli viene tolto
ridonandolo a noi
perché noi viviamo del suo stesso sangue.
Il Battesimo toglie, cancella il peccato originale
perché è il segno col quale Dio ci dice ciò che sia
mo di fatto per Lui, la
sua volontà di salvezza su di noi. Una verità che v
ale anche per chi non è battezzato. La differenza t
ra il battezzato e il
non battezzato è che uno lo sa, l’altro no, da cui
il comando di Cristo: andate e battezzate, perché t
utti lo sappiano.
Ma aggiunge: chi crederà sarà salvato, chi non cred
erà sarà condannato. Perché uno può essere battezza
to e non
credere a questa verità e quindi non vivere di cons
eguenza come figlio amato e come fratello che ama c
ome Gesù.
Quindi il Battesimo rivela di fatto il sogno di Dio
su di noi, è l’epifania cioè di ciò che noi siamo
per Dio e quindi di ciò
che noi di fatto siamo, figli del Padre, fratelli d
i Gesù, dimora dello Spirito. Del resto Gesù era Fi
glio di Dio anche
prima di ricevere il Battesimo al Giordano, ma il B
attesimo al Giordano viene rivelato a tutti. Sarann
o però le sue
azioni, le sue parole, i suoi gesti e, supremamente
la sua morte in croce a mostrarlo nei fatti. E ciò
che Dio è e che noi
siamo, rivelato nel Battesimo che riceviamo, non c’
è nulla che lo possa annientare, nemmeno il peccato
. Anzi, sono
proprio i nostri peccati a rivelare che davvero ete
rna è l’alleanza d’amore di Dio con noi e testimoni
ata dal sangue di
Cristo sulla croce. Perché i nostri peccati che con
sistono nel non vivere di fatto l’amore verso Dio e
i fratelli, e che
feriscono la nostra dignità, vengono continuamente
curati col perdono che riceviamo nel sacramento del
la
Riconciliazione. È proprio quest’ultimo sacramento
a farci sperimentare la verità di quanto accaduto n
el Battesimo, e
quindi a farci vivere ogni volta il dono e la gioia
del Battesimo.
Maria concepita senza peccato originale letteralmen
te significa che fin da quando era nel grembo di su
a madre era
senza peccato originale, quindi immacolata. Cioè, q
uella parola di verità che in noi si rivela nel Bat
tesimo perché
prima non la conoscevamo, e finchè non la conosciam
o, o meglio, non giungiamo a comprenderla, siamo co
me
Adamo ed Eva, cioè come tutta l’umanità, a Maria è
dato di saperla da subito. Questo privilegio è stat
o dato a Maria
a vantaggio nostro, per mostrare a tutti nella conc
retezza di una persona l’effettiva realizzazione de
l sogno che Dio
ha su ciascuno di noi. Occorre guardare al signific
ato di questo privilegio che ci aiuta a ricuperare
il vero valore e la
vera funzione di Maria che è quella di mostrare a n
oi creature mortali ciò che siamo e quel che siamo
chiamati a
diventare.
E’ molto interessante dunque vedere come i dogmi, q
ueste verità di fede, immutabili nella sostanza, ne
l corso della
storia, a fronte della realtà delle cose e delle sc
operte scientifiche, vengono continuamente ricompre
si e interpretati.
Fino a quando si è pensato ad Adamo ed Eva come a d
ue personaggi storici, al fatto che tutta l’umanità
deriva da
un’unica coppia umana, dal fatto che all’inizio tut
to è stato creato in modo perfetto escludendo quals
ivoglia
evoluzione, che il racconto di Genesi 3 non sia un
mito, ma un racconto storico, ne deriva che il pecc
ato originale è
stato inteso come causa del male nel mondo. Per cu
i Dio ha creato il mondo perfetto, noi lo abbiamo r
ovinato e Dio
prima ci castiga, poi a un certo punto con Cristo c
i salva. E allora tutti quelli venuti prima di Cris
to o che ora non lo
conoscono? Bisogna battezzare tutti. Un Dio abbasta
nza ingiusto. E poi anche lunatico che per una mela
fa ricadere
la colpa su tutta l’umanità e anche sui bambini inn
ocenti che vengono al mondo. L’indebita interpretaz
ione in chiave
sessuale del peccato di Adamo ed Eva ha condotto a
pensare che questo peccato si trasmette con la libi
do dell’atto
sessuale e quindi ha creato una visione negativa re
lativa a tutta la morale sessuale. Che la donna è t
entatrice. Che
deve esserci qualcuno al di fuori di noi così poten
te che ci tenta a fare il male, trasformando il ser
pente nella figura
del diavolo.
Partiamo dal serpente. Chi è il serpente? La rilett
ura dei primi cristiani lo ha identificato col diav
olo. In realtà il
serpente presenta una quantità quasi sconcertante d
i richiami simbolici antitetici, cioè sia positivi
sia negativi: divini,
demoniaci, sapienziali insieme, e quindi la natura
contraddittoria dell’uomo.
E dunque il diavolo?
L’unica persona nei vangeli a cui Gesù si rivolge c
on questo appellativo tremendo, “diavolo”, è Simone
Pietro,
chiamato diavolo perché lo tenta volendolo portare
ad agire in modo diverso. Diavolo è la traduzione g
reca del
termine ebraico satana, un personaggio biblico che
compare negli scritti dopo che Israele fu sotto il
dominio
persiano e il satana era “la spia” del re che gli i
ndicava chi andava punito e premiato. E così anche
nel mondo ebraico
Dio comincia ad essere rappresentato con una corte
e il suo satana. Gesù dirà: "Satana l’ho visto cade
re dal cielo e
non ci può più tornare" perché Gesù rivela che Dio
ama tutti quanti, e allora il satana ha un bel da d
ire: guarda che
quello lì si è comportato male! E che m’importa, io
continuo ad amarlo, dice Dio. Ma guarda che ha com
messo un
peccato! Allora io l’amo ancora di più ed il povero
satana si trova in cassa integrazione. Fa la spia
a Dio, ma a Dio non
interessa perché dà il suo amore a tutti quanti ind
ipendentemente dalla loro condotta e dal loro compo
rtamento: il
ruolo del satana come accusatore degli uomini è fin
ito.
Gesù non manda via satana da nessuna persona, manda
via invece i demòni da non confondere con il satan
a.
Nei Vangeli sinottici, nei racconti di esorcismo Ge
sù caccia i demòni dalle persone: mai Gesù caccia i
l diavolo.
Cos’erano i demòni e come nascono i demòni? All’epo
ca di Gesù tutto quello che non si riusciva a spieg
are e
impediva all’uomo di essere pienamente libero veniv
a qualificato con il nome di demònio. Ad esempio pr
ovate ad
immaginare, 2000 anni fa, che cosa poteva essere un
a insolazione! Noi oggi lo sappiamo cos’è, ma allor
a si credeva
che l’insolazione fosse un demònio, di nome Merìb,
ogni demonio aveva la sua specialità, che operava f
ra
mezzogiorno e le tre del pomeriggio, quando più pic
chia il sole. L’ubriachezza era un altro demònio. O
ggi noi
chiamiamo un sintomo, uno stato purtroppo abbastanz
a diffuso, con il termine depressione: figuriamoci
se al tempo
di Gesù sapevano cos’era la depressione! Quando Sau
l, e lo si può capire chiaramente dal referto medic
o che ci dà
l’autore biblico, cade in depressione dice: il Sign
ore gli mandò uno spirito maligno che lo tormentass
e e lui era triste
e si risollevava soltanto quando Davide gli suonava
la cetra. Quindi la depressione, l’insolazione, l’
ubriachezza,
l’esaurimento nervoso, tutti quei fenomeni che non
si riusciva a spiegare e che impedivano all’uomo di
essere pieno
venivano chiamati con il nome di demòni. Allora la
potenza della parola di Gesù libera l’uomo da tutto
quello che gli
impedisce di essere pieno; l’uomo perciò è possedut
o dai demoni, non da satana.