Restiamo in piedi... perché in questo giorno, come pr
evede la liturgia, prima dell’Omelia, viene dato l’
annuncio
solenne della data di Pasqua. Al termine delle mie
parole voi direte: Rendiamo grazie a Dio.
SI ANNUNCIA ALLA VOSTRA CARITA’, FRATELLI CARISSIMI
, CHE, PERMETTENDO LA MISERICORDIA DEL PADRE E DEL
SIGNORE NOSTRO GESU’ CRISTO, IL GIORNO 27 DEL MESE
DI MARZO CELEBREREMO CON GIOIA LA PASQUA DEL
SIGNORE.
La manifestazione del Signore ai Magi è il primo at
to di una sequenza di altre epifanie-manifestazioni
del Signore, tre
su tutte il suo Battesimo al Giordano, la trasforma
zione dell’acqua in vino alle nozze di Cana e la mo
ltiplicazione dei
pani e dei pesci, come leggeremo dopo nelle parole
del prefazio. Anticamente, in Oriente, queste epifa
nie venivano
celebrate tutte insieme in questo giorno, invece la
nostra liturgia le ha suddivise in varie domeniche
, a partire dalla
prossima che è infatti la festa del Battesimo di Ge
sù, e infatti oggi cominciano le settimane del temp
o dopo l’Epifania
che continueranno fino all’inizio della Quaresima,
ad indicare che l’Epifania, appunto non finisce ogg
i. Ma tutte
queste epifanie di Gesù culminano nell’epifania più
grande di tutte che è la sua passione, morte e ris
urrezione. Per
questo oggi viene dato l’annuncio della Pasqua che
è al centro di tutto l’anno liturgico. Per questo o
ggi viene
annunciata la data di Pasqua. Con la sua risurrezio
ne e ascensione al cielo e col dono del suo Spirito
, il Signore Gesù
continua ad essere vivo in mezzo a noi e in noi, e
quando celebriamo l’eucaristia, sempre, noi incontr
iamo oggi il
Signore nato, morto e risorto per noi. Ed è interes
sante, perché questa è proprio la domanda intorno a
lla quale ruota
tutto il vangelo di oggi: dove è nato Gesù e come f
acciamo a trovarlo? Perché Gesù è già nato, morto e
risorto: il
problema è come incontrarlo. Ecco, questi Magi ci d
escrivono come lo si incontra. Anzitutto chi sono?
Tante cose
sono state scritte: maghi, sacerdoti persiani, sapi
enti, filosofi, astrologi, teologi, scienziati. In
realtà il testo ci dice una
cosa fondamentale di loro che poi è quella che ci i
nteressa: erano persone che guardavano il cielo non
per dare dei
nomi alle stelle, ma cercando di chiedersi che sens
o ha, perché questo è ciò che distingue noi uomini
da tutti gli altri
animali. Una pagnotta è uguale per un cane e per un
uomo, solo che per il cane è una cosa da divorare
e da
consumare, per l’uomo dietro quella pagnotta c’è il
suo costo, la fatica, può essere gettato oppure co
ndiviso,
addirittura può diventare eucaristia, perché l’uomo
si chiede a cosa serve per la mia vita. I Magi rap
presentano
dunque gli uomini che si chiedono il senso delle co
se, appunto guardano il cielo. E questo è il primo
passo di un
cammino di fede. Il secondo passo è camminare andan
do a Gerusalemme, perché Dio si è rivelato a Israel
e, dunque
imparare a leggere le Scritture. Guidati da una ste
lla, che rappresenta la ragione. Anche Erode usa la
ragione,
consulta la Scrittura, ma non per cercare la verità
, per adorare, ma per essere confermato nelle sue i
dee, e infatti
Erode cercherà di uccidere Gesù. Vedete? Non è che
la ragione è una cosa e la fede un’altra: la ragio
ne, la stella,
cerca il senso; il senso ti porta a Dio; Dio si riv
ela nelle Scritture, poi spetta a me fidarmi o meno
, perché le Scritture
dicono che il Signore non è nemmeno lì a Gerusalemm
e, ma in un piccolo paese vicino di nome Betlemme:
Dio è
sempre oltre. Non basta leggere le scritture come f
aceva Erode, ma occorre lasciarsi illuminare dalle
Scritture per poi
ripartire ancora, illuminati dalla Parola, e così f
inalmente i Magi scoprono chi è Dio e dove si trova
. Al vedere la stella,
essi provarono una grandissima gioia. Ecco. La gioi
a è il segno di Dio. Solo Dio può dare gioia. Altre
cose ti potranno
dare piacere. Dio ti può dare gioia anche nella pro
va, anche nel dolore, anche nella morte, perché si
rivela come
misericordia che mai abbandona. E cosa videro i Mag
i? Videro il bambino in braccio a sua madre. Capisc
ono cioè che
Dio è presente dove è amato e dove questo amore gen
era altro amore, e infatti essi lo adorarono, che l
etteralmente
vuol dire portare qualcosa alla bocca, mangiare, di
ventare una cosa sola con l’altro. Adorare Gesù vuo
l dire
desiderare di essere trasformati in Lui: questo è l
o scopo della preghiera. Non che Dio cambi le cose
che non vanno
nel mondo, ma che io sia trasformato, che io divent
i come Gesù capace di vivere la vita e affrontarla
con le sue gioie
e i suoi dolori come ha fatto Gesù, col suo Spirito
, sentendomi figlio amato dal Padre. E infatti i Ma
gi furono
trasformati e tornarono al loro paese, alla loro vi
ta di tutti i giorni, percorrendo però un’altra str
ada, non tornando
da Erode. Questi magi, scrive Matteo, l’unico che n
e parla, non erano tre. Scrive Matteo: alcuni magi:
vuol dire che
sta parlando di tutti noi, del modo col quale dobbi
amo cercare e possiamo trovare il Signore: camminan
do guidati
dalla stella, dalla ragione, scrutando le scritture
, lasciandoci guidare da esse che ci fanno uscire d
ai nostri schemi, per
giungere a capire che Dio non lo inventiamo noi, ch
e Dio è molto di più, che Dio è amore che offre se
stesso perché
anche noi facciamo la stessa cosa, che un Dio così
va cercato e amato, adorato, che questa cosa cambia
la vita e il
suo frutto è la gioia che non finisce mai. Ecco cos
’è questa Epifania, ecco in che modo Gesù fin dalla
sua nascita ci
manifesta chi è Dio, chi siamo noi e qual è il sens
o della nostra vita. Forse perché è una cosa così g
rande e troppo
bella per essere vera che noi, invece di adorare, d
i stupirci e di rendere grazie, abbiamo preferito i
n questo giorno far
divertire i bambini facendogli pensare a una vecchi
a donna che viaggia su una scopa?