mercoledì 6 gennaio 2016

EPIFANIA MESSA DEL GIORNO 2016

Restiamo in piedi... perché in questo giorno, come pr evede la liturgia, prima dell’Omelia, viene dato l’ annuncio solenne della data di Pasqua. Al termine delle mie parole voi direte: Rendiamo grazie a Dio. 

SI ANNUNCIA ALLA VOSTRA CARITA’, FRATELLI CARISSIMI , CHE, PERMETTENDO LA MISERICORDIA DEL PADRE E DEL SIGNORE NOSTRO GESU’ CRISTO, IL GIORNO 27 DEL MESE DI MARZO CELEBREREMO CON GIOIA LA PASQUA DEL SIGNORE.


 La manifestazione del Signore ai Magi è il primo at to di una sequenza di altre epifanie-manifestazioni del Signore, tre su tutte il suo Battesimo al Giordano, la trasforma zione dell’acqua in vino alle nozze di Cana e la mo ltiplicazione dei pani e dei pesci, come leggeremo dopo nelle parole del prefazio. Anticamente, in Oriente, queste epifa nie venivano celebrate tutte insieme in questo giorno, invece la nostra liturgia le ha suddivise in varie domeniche , a partire dalla prossima che è infatti la festa del Battesimo di Ge sù, e infatti oggi cominciano le settimane del temp o dopo l’Epifania che continueranno fino all’inizio della Quaresima, ad indicare che l’Epifania, appunto non finisce ogg i. Ma tutte queste epifanie di Gesù culminano nell’epifania più grande di tutte che è la sua passione, morte e ris urrezione. Per questo oggi viene dato l’annuncio della Pasqua che è al centro di tutto l’anno liturgico. Per questo o ggi viene annunciata la data di Pasqua. Con la sua risurrezio ne e ascensione al cielo e col dono del suo Spirito , il Signore Gesù continua ad essere vivo in mezzo a noi e in noi, e quando celebriamo l’eucaristia, sempre, noi incontr iamo oggi il Signore nato, morto e risorto per noi. Ed è interes sante, perché questa è proprio la domanda intorno a lla quale ruota tutto il vangelo di oggi: dove è nato Gesù e come f acciamo a trovarlo? Perché Gesù è già nato, morto e risorto: il problema è come incontrarlo. Ecco, questi Magi ci d escrivono come lo si incontra. Anzitutto chi sono? Tante cose sono state scritte: maghi, sacerdoti persiani, sapi enti, filosofi, astrologi, teologi, scienziati. In realtà il testo ci dice una cosa fondamentale di loro che poi è quella che ci i nteressa: erano persone che guardavano il cielo non per dare dei nomi alle stelle, ma cercando di chiedersi che sens o ha, perché questo è ciò che distingue noi uomini da tutti gli altri animali. Una pagnotta è uguale per un cane e per un uomo, solo che per il cane è una cosa da divorare e da consumare, per l’uomo dietro quella pagnotta c’è il suo costo, la fatica, può essere gettato oppure co ndiviso, addirittura può diventare eucaristia, perché l’uomo si chiede a cosa serve per la mia vita. I Magi rap presentano dunque gli uomini che si chiedono il senso delle co se, appunto guardano il cielo. E questo è il primo passo di un cammino di fede. Il secondo passo è camminare andan do a Gerusalemme, perché Dio si è rivelato a Israel e, dunque imparare a leggere le Scritture. Guidati da una ste lla, che rappresenta la ragione. Anche Erode usa la ragione, consulta la Scrittura, ma non per cercare la verità , per adorare, ma per essere confermato nelle sue i dee, e infatti Erode cercherà di uccidere Gesù. Vedete? Non è che la ragione è una cosa e la fede un’altra: la ragio ne, la stella, cerca il senso; il senso ti porta a Dio; Dio si riv ela nelle Scritture, poi spetta a me fidarmi o meno , perché le Scritture dicono che il Signore non è nemmeno lì a Gerusalemm e, ma in un piccolo paese vicino di nome Betlemme: Dio è sempre oltre. Non basta leggere le scritture come f aceva Erode, ma occorre lasciarsi illuminare dalle Scritture per poi ripartire ancora, illuminati dalla Parola, e così f inalmente i Magi scoprono chi è Dio e dove si trova . Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Ecco. La gioi a è il segno di Dio. Solo Dio può dare gioia. Altre cose ti potranno dare piacere. Dio ti può dare gioia anche nella pro va, anche nel dolore, anche nella morte, perché si rivela come misericordia che mai abbandona. E cosa videro i Mag i? Videro il bambino in braccio a sua madre. Capisc ono cioè che Dio è presente dove è amato e dove questo amore gen era altro amore, e infatti essi lo adorarono, che l etteralmente vuol dire portare qualcosa alla bocca, mangiare, di ventare una cosa sola con l’altro. Adorare Gesù vuo l dire desiderare di essere trasformati in Lui: questo è l o scopo della preghiera. Non che Dio cambi le cose che non vanno nel mondo, ma che io sia trasformato, che io divent i come Gesù capace di vivere la vita e affrontarla con le sue gioie e i suoi dolori come ha fatto Gesù, col suo Spirito , sentendomi figlio amato dal Padre. E infatti i Ma gi furono trasformati e tornarono al loro paese, alla loro vi ta di tutti i giorni, percorrendo però un’altra str ada, non tornando da Erode. Questi magi, scrive Matteo, l’unico che n e parla, non erano tre. Scrive Matteo: alcuni magi: vuol dire che sta parlando di tutti noi, del modo col quale dobbi amo cercare e possiamo trovare il Signore: camminan do guidati dalla stella, dalla ragione, scrutando le scritture , lasciandoci guidare da esse che ci fanno uscire d ai nostri schemi, per giungere a capire che Dio non lo inventiamo noi, ch e Dio è molto di più, che Dio è amore che offre se stesso perché anche noi facciamo la stessa cosa, che un Dio così va cercato e amato, adorato, che questa cosa cambia la vita e il suo frutto è la gioia che non finisce mai. Ecco cos ’è questa Epifania, ecco in che modo Gesù fin dalla sua nascita ci manifesta chi è Dio, chi siamo noi e qual è il sens o della nostra vita. Forse perché è una cosa così g rande e troppo bella per essere vera che noi, invece di adorare, d i stupirci e di rendere grazie, abbiamo preferito i n questo giorno far divertire i bambini facendogli pensare a una vecchi a donna che viaggia su una scopa?