giovedì 7 gennaio 2016

CATECHESI ADULTI 2015/2016 - PRIMO INCONTRO

CATECHESI ADULTI 2015/2016: GENESI 1-11 PRIMO INCONTRO: GENESI 1-2,4 1 CREAZIONE E RIPOSO DIVINO
 La creazione 1 In principio Dio creò il cielo e la terra. 2 La terra era informe e deserta e le tenebre ricopri vano l'abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque. 3 Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu.
4 Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. 5 Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre not te. E fu sera e fu mattina: giorno primo. 6 Dio disse: «Sia un firmamento in mezzo alle acque pe r separare le acque dalle acque». 7 Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle a cque che sono sopra il firmamento. E così avvenne. 8 Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo gior no. 9 Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo si rac colgano in un unico luogo e appaia l'asciutto». E c osì avvenne. 10 Dio chiamò l'asciutto terra, mentre chiamò la massa del le acque mare. Dio vide che era cosa buona. 11 Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che fanno sulla terra frutto con il seme, c iascuno secondo la propria specie». E così avvenne. 12 E la terra produsse germogli, erbe che producono se me, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciasc uno frutto con il seme, secondo la propria specie. D io vide che era cosa buona. 13 E fu sera e fu mattina: terzo giorno. 14 Dio disse: «Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte; siano s egni per le feste, per i giorni e per gli anni 15 e siano fonti di luce nel firmamento del cielo per il luminare la terra». E così avvenne. 16 E Dio fece le due fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore per governare il giorno e la fonte di luce minore per governare la notte, e le stelle. 17 Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra 18 e per governare il giorno e la notte e per separare la luce dalle tenebre. Di o vide che era cosa buona. 19 E fu sera e fu mattina: quarto giorno. 20 Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmament o del cielo». 21 Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri vive nti che guizzano e brulicano nelle acque, secondo l a loro specie, e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. 22 Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltip lichino sulla terra». 23 E fu sera e fu mattina: quinto giorno. 24 Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvat ici, secondo la loro specie». E così avvenne. 25 Dio fece gli animali selvatici, secondo la loro spec ie, il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie . Dio vide che era cosa buona. 26 Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, seco ndo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mar e e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli anima li selvatici e su tutti i rettili che strisciano su lla terra». 27 E Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò. 28 Dio li benedisse e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempi te la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sul la terra». 29 Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce se me e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttife ro che produce seme: saranno il vostro cibo. 30 A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in c ibo ogni erba verde». E così avvenne. 31 Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: s esto giorno. 2 Il riposo sabbatico 1 Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. 2 Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel set timo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto. 3 Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli aveva fatto creando. 4a Queste sono le origini del cielo e della terra, qua ndo vennero creati. Per comprendere un testo biblico va considerato il suo genere letterario e il fatto che sia nato dalla fede di un popolo. Non sarebbe scientifico studiare la Bibbia mettendo da parte la fede. Il genere letterario di Genesi 1 è quello di un inn o poetico liturgico per lodare il Dio creatore, non una trattazione scientifica. L’intricato rapporto tra fede e scienza nasce dal p ensare che la Bibbia sia un testo scientifico. Questo testo nasce durante l’esilio ed è la rispost a alle invocazioni di salvezza contenute in altri b rani biblici, come alcuni salmi nati nella stessa epoca. Da questo racconto emerge che il mondo e il cosmo s ono creati da Dio e quindi secondo un progetto di b ellezza e per la vita, ma tutto è in divenire, in continua ev oluzione (creazione continua). Tutto nel mondo ha u na tensione verso la bellezza, il che suppone anche tutti gli h andicap e i fallimenti. Il caos è essenziale in que sto sviluppo continuo, e il superamento del caos suppone lavoro, un lavoro che richiede passione, che è l’amore di Dio e che con Cristo è diventata croce. La croce di Gesù in quest o senso rappresenta la logica perenne del mondo che geme e soffre nelle doglie del parto. Non c’è perfezione i niziale, la perfezione è il sogno di Dio e ciò vers o cui il mondo è destinato. Tutta la storia del cosmo e in esso dell ’uomo è una continua lotta contro il caos. Il caos non è solo il peccato, ma è la condizione perché possa nascere qu alcosa di nuovo. Questo è il lavoro di Dio di cui l’uomo diventa col laboratore. E’ un brano molto accurato, anche se i particolari si capiscono leggendo il testo in ebraico. Il numer o che domina tutto lo schema è il 7. 1,3–13: la formazione delle regioni cosmiche dall’e sterno verso l’interno: 1° giorno: creazione della LUCE (separazione dalle tenebre); 2° giorno: creazione d el FIRMAMENTO (separazione dei due abissi); 3° gior no: creazione di TERRA e PIANTE (separazione dall’acqua). 1,14–31: l’ornamento delle regioni già create: 4° g iorno: creazione degli ASTRI (strumenti della luce) ; 5° giorno: creazione di PESCI e UCCELLI (nell’acqua e nell’ari a); 6° giorno: creazione degli ANIMALI e dell’UOMO (sulla terra). 2,1–3: il settimo giorno come vertice della creazio ne e giorno senza tramonto. Cosa intende insegnare l’autore di Gn 1? Che all’or igine di tutto c’è Dio e non il come Dio abbia crea to. Schema narrativo costante: «Dio disse», dà un coman do che viene adempiuto («E così avvenne»), giudica («vide che era cosa buona»). Dio dà un ordine e l’ordine viene eseguito, come quando Dio da la Legge a Mosè. L’interesse dell’autore sacerdotale è rivolto in mo do inequivocabile al settimo giorno, per spiegare i l senso del sabato. Il sabato nel Deuteronomio è il ricordo dell’interv ento storico di Dio che libera Israele dalla schiav itù. In Esodo è la partecipazione al riposo di Dio nel settimo giorno, e quindi è strettamente collegato con Genesi 1. Du nque Gen 1 è un inno che celebra la creazione per mostrare il gr ande valore del giorno in cui l’uomo contempla le o pere di Dio e fa memoria di tutta la storia della salvezza. Dio è presentato come uno che fa, crea, pone. Esatt amente come fanno gli uomini. Il testo vuol mettere in guardia dalla tentazione idolatrica del fare. Perciò anche l’uomo è chiamato a fare, ma come collaborazione al fare di Dio, secondo i suoi criteri. Dio poi crea separando. Vuol dire che l’uomo deve p rendere coscienza che per esistere, deve accettare di essere diverso dagli altri e perciò deve accettare che gli altri siano diversi da sé e la diversità è fatta p er la comunione. Se io non accetto di essere io e quindi non accetto anche la mia identità e la mia solitudine, non posso ess ere in comunione. E soprattutto accettare la diversità di Dio, se no divento Dio lo divento Io. Risultato: il caos, il diluvio. Dio poi crea con la parola. Dio dice e le cose sono . Per dieci volte lo si ripete, le dieci parole del Decalogo. Come è attraverso le dieci parole di Dio che il mondo esis te, così è attraverso l’obbedienza alle dieci parol e del decalogo che l’uomo può davvero esistere come uomo. Dio poi chiama per nome le cose, cioè ci dice chi s iamo. Infine Dio benedice, dice bene, e questo dire bene genera vita: è questa la volontà di Dio. E nel momento in cui smette, ecco il sabato, c’è qu el riposo di Dio che è il godimento davanti a tutto ciò che ha fatto e che viene donato all’uomo perché anche lui possa goderne e non essere schiavo del suo lavoro. A differenza degli altri sei giorni, non si dice: « E fu sera e fu mattina. Settimo giorno». Perché il sabato non finisce. Il sesto giorno è oggi e tutta la storia dell’umanità che tende al compimento, al settimo giorno. Un’apparente anomalia: il primo giorno la luce è se parata dalle tenebre (tempo cosmico) e il quarto gi orno il sole e la luna (tempo storico e della relazione con Dio) L’uomo è creato il sesto giorno con gli altri anima li. È a immagine di Dio, ma è simile altri animali. Ha la loro stessa benedizione, ma è chiamato a dominare la terra e a diventare come Dio senza essere Dio. Infatti mangia come gli animali per vivere. Ma non di solo pane vive l’uomo . Il paradosso umano. Ecco cosa vuol dire entrare n el sabato. L’uomo può dominare la terra se vive in obbedienza al suo Signore. E l’uomo non è creato secondo nessu na specie, perché può diventare la specie che vuole. Il nutrimento vegetale perché i vegetali non erano considerati vita. Vuol dire che nel progetto origin ario di Dio, la vita per crescere, per esistere, per nutrirsi, non aveva bisogno di uccidere altra vita. Il cibo vegetale v uol dire che io posso nutrire la mia vita senza uccidere esseri viventi, che è ciò che invece succede dopo il diluvio, quand o Dio prende atto che la violenza si è instaurata e allora dice: “Il tuo cibo saranno gli animali, gli animali si manger anno tra di loro, ecc.”. E’ il sogno di Dio. «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò». (v.27) A sua immagine non significa a livello corporale, m a come colui che è capace di entrare in relazione c on Dio. E all’interno dell’umanità c’è alterità (maschio e fe mmina). L’immagine di Dio è la capacità di relazion e: l’uomo e la donna che si amano sono immagine di Dio. L’uomo pensato per soggiogare e dominare la terra. Soggiogare vuol dire mettere il giogo, quindi non s fruttare, ma indirizzare a un fine. Dominare vuol dire pascere, essere pastore.