venerdì 18 luglio 2025

20/07/25 VI DOPO PENTECOSTE (ANNO C)

La Bibbia è una storia d’amore, e ogni amore ha le sue parole, i suoi riti. Nella Bibbia, l’amore di Dio per l’uomo si esprime nella parola “alleanza”, parola che dà il titolo alle due parti della Bibbia cristiana:

primo e nuovo testamento, dove “testamento” vuol dire alleanza. L’alleanza, lo sappiamo, è un contratto tra due partner che hanno gli stessi diritti e accettano degli impegni reciproci: se vengono meno questi impegni, l’alleanza si interrompe. Nel patto d’alleanza tra Dio e gli uomini di cui parla la Bibbia, a prendere l’iniziativa è sempre Dio, e non si può certo dire che Dio sia sullo stesso piano dei suoi partner, gli uomini. Infatti, abbiamo letto nel brano dell’Esodo che, quando Dio fa alleanza col popolo di Israele, è lui a decidere tutto. Dio ha liberato Israele dalla schiavitù e lo ha guidato nel cammino attraverso il deserto: ora il popolo, per mezzo di Mosè, è chiamato a osservare i suoi comandamenti e ad offrire sacrifici come segno di gratitudine, ma anche come modo per riparare le trasgressioni a questi comandamenti. Del resto, tutta la grande storia d’amore tra Dio e il popolo di Israele raccontata nelle pagine del primo testamento, è una storia travagliata, perché il popolo di Israele e i suoi capi non faranno altro che continuare a trasgredire questa alleanza d’amore. Un’alleanza scritta su tavole di pietra, un po’ come quando due partner, prima del matrimonio, mettono nero su bianco i diritti e doveri reciproci, o come quando le nazioni scrivono e firmano un patto. Poi accade regolarmente che questi patti vengono trasgrediti e nascono le guerre. Ma è davvero così che Dio si relaziona con l’umanità? I profeti, che verranno dopo Mosé, cominceranno a parlare di un’alleanza che ha delle caratteristiche diverse, nuove, ben descritte nel brano della lettera agli Ebrei, un’alleanza non più scritta su tavole di pietra, ma scritta nel cuore: Dio comincia ad essere pensato non più come un legislatore a cui obbedire e un giudice che premia e castiga, ma come un partner che resta fedele sempre e che sempre infonde il suo spirito d’amore e di vita capace di dare agli uomini la forza di vivere gli uni verso gli altri il suo stesso amore. Gesù è colui che porta a compimento queste intuizioni profetiche. Ecco perché, come abbiamo letto nello splendido brano di Vangelo di Giovanni, sulla croce Gesù pronuncia queste parole: è compiuto! Cosa è compiuto? E’ compiuto l’eterno disegno di Dio, di fondersi con le sue creature, perché, in Gesù, Dio prende la nostra carne e realizza l’alleanza tra Dio e gli uomini. Dal suo fianco squarciato effonde acqua e sangue, cioè suo Spirito, per rendere tutti partecipi della stessa grazia, di diventare una cosa sola con noi e noi con lui, donandoci il suo stesso cuore. Ecco perché, in Gesù, l’alleanza tra Dio e gli uomini diventa nuova ed eterna. Un’alleanza che si rinnova in ogni eucaristia, che abbiamo continuamente bisogno di celebrare perché questo trapianto di cuore richiede tempo, tanto è vero che noi continuiamo ad andare avanti a vivere il rapporto con Dio, non nella logica della nuova ed eterna alleanza, ma della vecchia. Accade quando si ubbidisce a Dio per paura, e non perché lo si ama. Quando si vive la fede come un insieme di regole, invece che come una relazione viva d’amore. Quando cerchiamo di fare le cose giuste per dovere, e non perché ci siamo trasformati a immagine di Gesù. Quando si vive con l’ansia di essere all’altezza, con l’ansia di prestazione, anziché con la fiducia nella misericordia di Dio. Quando, invece di aprirsi alla gratitudine, si vive la fede con sensi di colpa. Quando non riusciamo ad avere misericordia verso gli altri del modo in cui Dio ha misericordia con noi. Quando si vive la Messa come un obbligo dominicale, e non come il momento in cui si rinnova l’alleanza col Signore. Quando si vive la fede in solitaria, senza rendersi conto di appartenere ad una comunità. Quando continuiamo a pensare alla morte come un castigo e non come al compimento della nostra esistenza umana, il momento, cioè, in cui questa alleanza d’amore col Signore si realizza in maniera totale. Quindi, se oggi ci sentiamo stanchi, fuori fase, pieni di sensi di colpa, se viviamo la fede e la partecipazione all’eucaristia come un peso, forse stiamo usando ancora il vecchio contratto, il vecchio testamento. Ma il Signore ci dice: “Guarda che l’ho già aggiornato all’ultima versione. È tutto incluso: perdono, amore, Spirito, pace. Devi solo cliccare su ‘Accetta’… Che il Signore ci aiuti, dunque, a vivere non da impiegati del sacro, ma da innamorati che provano ad amare sul serio.